Editoriale di Luigi Cavalieri
Direttore Responsabile
Vietato lamentarsi
Ha fatto il giro del mondo la notizia del cartello con l'invito "Vietato lamentarsi" che Papa Francesco ha messo sulla porta del suo ufficio in Vaticano.
E noi, anche se certamente meno autorevoli di questo Pontefice che coi suoi atteggiamenti ed i suoi discorsi, che non hanno alcunché di distaccato dal mondo reale ha saputo riaccendere tanto entusiasmo, gli abbiamo voluto dedicare la nostra abituale riflessione in questo editoriale che chiude l'annata.
In effetti è proprio vero: lamentarsi per qualsiasi cosa pare essere diventato lo sport nazionale! Non passa giorno, infatti, che ognuno di noi non abbia di che lamentarsi: col vicino di casa per i rumori molesti, col capufficio perché troppo esigente, coi figli perché a scuola non si comportano come vorremmo. Insomma con l'universo mondo che non gira quasi mai come vorremmo noi. E così ci avveleniamo la vita, senza sapere che lamentarsi non aiuta né noi né chi ci sta intorno.
Dovremmo, invece, ringraziare Salvo Noè, 46enne psicologo e psicoterapeuta catanese per aver presentato al Papa questo cartello, ignaro che la sua proposta l'avrebbe fatto diventare famoso in tutto il mondo. Ha voluto in questo modo stimolare positivamente le persone, un invito, insomma, il suo, ad agire per cambiare e migliorare la propria vita e ciò che ci circonda.
Noè l'aveva pensato tre anni fa e lo presentava nelle sue conferenze, ma ci voleva un testimonial come il Papa, perché tutti lo volessero.
Ed, allora, anche noi, che quotidianamente cerchiamo di facilitare la vita ai nostri lettori, vorremmo sperare che molti nel prossimo anno si impegnassero a dare concretezza a questo invito nella consapevolezza che non lamentarsi fa bene al cuore e alla salute.
Alla prossima.